|
Al
Museo di Capodimonte
ArteAs
mette in mostra
il
fotografo Salvino Campos
e
le sue “Inquietudini”

Una tra le “inquietudini” di Salvino Campos
Il Museo di Capodimonte espone dall’8 novembre la mostra
fotografica di Salvino Campos, “Inquietudini”, a
cura di Angela Tecce. Abbiamo già visto Salvino Campos accompagnato
in collettiva da ArteAs di Maurizio Siniscalco nella stagione estiva
nella Certosa di Capri, in Brasile al MAC di Niteroy (Fractalis
& Other”) e quindi A Castel dell’Ovo (“L’Infinito Istante”) nella collettiva con Bruno di Bello,
Jonathan Becker, Martin Devrient, Fabio Donato, Antonio Manfredi,
Nicolas Pascarel, Luis Miguel Pinto. L’artista, a
Napoli dal 2000 (lo abbiamo anche visto nella piccola galleria
Opera1 in “Congresso
Nacional” nella celebrazione dell’architetto Oscar Niemeyer),
nella nostra città trova spunti ed accoglienze consoni al suo mondo
fotografico, al suo riprendere luoghi e persone nitide, emotivamente
trasparenti, con maniera tersa e semplice, composta. I suoi scatti
rilevano un’umanità varia, contemporanea ma diversa nei costumi,
negli spostamenti (come in Souk Septh del 2010 o Istambul
del 2011) nelle
espressioni e nelle azioni, agevolmente
leggibile allo spettatore interprete delle immagini.

Altre immagini della mostra
Negli
scatti di Campos colpisce l’ambiente sullo sfondo, spesso specchio
della avanzata tecnologia contemporanea, che nel contrasto mette in
rilievo i protagonisti, accentuando
il significato degli atteggiamenti, delle espressioni lontane,
assenti che esprimono drammi o attese nascoste. L’artista mescola,
in una visione globale dell’umanità, personaggi
di etnie diverse che si muovono assieme e
nella loro individualità silenziosamente convivono, schivi a
mostrarsi, taluni di spalle o separati da noi da vetrate che qualche
volta ne appannano l’immagine, ripresi nel viaggio in cui la
rappresentazione del movimento, aerei, treni, tram, autobus,
simboli di ansia, fretta o attesa e perciò di
“inquietudini” convergono nella realizzazione del racconto
fotografico. A contrasto talune fotografie mettono in evidenza mondi
estranei, transumanze a noi remote, che accentuano il significato
della mostra che nella sua interezza intende mettere in rilievo
il passaggio, il viaggio, la vita che scorre e le sue tappe,
di un’umanità intensa e composta le cui ansie, le attese, gli
squarci di serenità sono altresì messi in evidenza dal colore
pulito, senza sbavature che collabora al racconto, mentre i fondali,
come musiche di accompagnamento, risultano una sottolineatura
essenziale, discreta, conclusiva a rilevare il carattere
dei protagonisti in un momento particolare che è poi una
metafora della vita: il viaggio.
Maria
Carla Tartarone, novembre 2011
Condividi
|