E´ bastato vedere il pubblico de "Il Visitatore", in scena dal 31 al 3 novembre, rispettoso e silenzioso durante tutto il corso del lavoro, è esploso in applausi scroscianti e dimostrazioni d´affetto per gli attori che hanno dovuto stringere centinaia di mani che si protraevano per dare testimonianza del gradimento enorme provato.
Si sbaglia a pensare che spettacoli classici o comunque impegnati, siano rivolti ad un pubblico di nicchia, prova ne è il numeroso pubblico accorso a vedere i vari Alessandro Haber, Alessio Boni, Alessandro Bono, che hanno dimostrato una caratura artistica notevole ed una bravura rara.
La storia si inquadra nell´Aprile 1938 in Austria annessa di forza al Terzo Reich, con Vienna occupata dai nazisti e gli ebrei perseguitati ovunque. Nel suo studio in Berggstrasse 19, Sigmund Freud (Alessandro Haber), attende affranto notizie della figlia Anna, portata via da un ufficiale della Gestapo (Francesco Bonomo). Ma l´angosciata solitudine non dura molto: dalla finestra spunta infatti un inaspettato visitatore (Alessio Boni) che fin da subito appare ben intenzionato a intavolare con Sigmund Freud una conversazione sui massimi sistemi. Il grande indagatore dell´inconscio è insieme infastidito e incuriosito. Chi è quell´importuno? Cosa vuole? Č presto chiaro che quel curioso individuo in frac non è un ladro né uno psicopatico in cerca di assistenza. Chi è dunque? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi di battute di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha sempre negato l´esistenza. O è un pazzo che si crede Dio? La discussione che si svolge tra il visitatore e Freud, e che costituisce il grosso della pièce, è ciò che di più commovente, dolce ed esilarante si possa immaginare: Freud ci crede e non ci crede; Dio, del resto, non è disposto a dare dimostrazioni di se stesso come se fosse un mago o un prestigiatore. Sullo sfondo, la sanguinaria tragedia del nazismo che porta Freud a formulare la domanda fatale: se Dio esiste, perché permette tutto ciò?
Una bella scommessa già vinta nella partenza quella di Francesco Sorrentino che dichiara i suoi obiettivi da subito:
"Una stagione teatrale costruita con l´obiettivo di portare all´Acacia spettacoli di qualità, al loro debutto a Napoli, proposti da compagnie e produzioni affermate che, spaziando tra le varie possibilità della prosa, abbiamo unito per soddisfare le esigenze ed incontrare il gradimento di un pubblico di più generazioni".
L´obiettivo dichiarato è quello di tenere vivo in città un presidio culturale importante, uno spazio per le arti, "sottraendolo, speriamo per sempre, a logiche e dinamiche che tendono a ridurre sempre più l´esistenza di luoghi come questo dove gli esseri umani celebrano l´incontro con altri esseri umani nella consapevolezza di vivere momenti unici ed irripetibili di approfondimento e crescita culturale ma anche di sano svago e divertimento".
Davvero complimenti per questo bel esordio e per l´ottima programmazione futura che servirà senz´altro a dare lustro ad un teatro che non meritava di trasformarsi nell´ennesimo supermercato ma in un esempio da imitare per gli altri teatri in crisi della città.
5 novembre 2013