ACQUASANTA DI EMMA DANTE
ALLA GALLERIA TOLEDO DAL 10 AL 20 GENNAIO
Servizio di Daniela Morante
Napoli - Ci sono uomini che vanno controcorrente. A loro il modo corrente di essere uomo non interessa e scelgono, per vivere secondo la propria natura, posizioni singolari di nicchia. Coerenti e solitari, ma in un certo senso felici di somigliare solo a se stessi. Il nostro protagonista nella messinscena firmata dalla Dante, è un personaggio apparentemente semplice, di origine umile ma che dimostra presto la sua sensibilità che ben si sposa con l’amore per il mare. Di esso ne segue le correnti ora lievi ora burrascose, sicuramente più vicine ai mutamenti e alla vastità dell’animo umano. La vita di mare si sa però che è dura, e lo stesso efficacemente la rappresenta nella sua mimica, con il legaccio delle corde che fissano caviglie e busto ad un contrappeso di vere ancore.
Ogni suo movimento, legato ai fili come un burattino, determina il sollevamento di una o più ancore e ciò sembra una metafora esistenziale con i pesi da dover sollevare nella scelta della libera espressione.
Ma nonostante il freno, di movimenti e gesti inconsulti ne fa tanti, sia per renderci partecipi nel racconto del suo mondo, che come protesta e sberleffo all’ordinamento rigido dell’equipaggio.
Intanto ha imparato a non soffrire più e a prendere il vento di petto a prua come una polena. Ormai non scende nemmeno più a terra perché: “a terra non c’è nessuno che m’aspetta…e la stessa terra è un’invenzione, non esiste”.
A nulla quindi servono le ingiurie e le provocazioni grezze del suo compagno di bordo, la sciatteria del capitano, ormai la sua dimensione di vita è legata a questo immenso elemento liquido e informe, che fa vibrare il suo animo in un infinito poetico.
Tutta l’umanità a lui vicina è solo violenza, sopruso, volgarità e lui ancor di più decide di essere padrone delle proprie inclinazioni, prende il largo e respira aria pura.
Incantarsi ancora ogni giorno e ogni notte, davanti alla magnificenza della volta celeste meravigliarsi per la profondità degli abissi intravisti o immaginati, sentire sulla pelle come schiaffi bonari gli schizzi salati della spuma delle ondei, simili nella sostanza ai propri umori e per questo fatti della stessa materia: acquasanta.
ACQUASANTA
testo e regia Emma Dante
con Carmine Maringola
luci Cristina Fresia
foto Giuseppe Di Stefano
Napoli 11-01-2013
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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