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La
bellezza anche in periferia: strade nuove, vecchi capolavori e
street art a Ponticelli.

di
Antonio Parrella
Dopo
il rifacimento di alcune importanti strade, come via Angelo Camillo
De Meis e via Ulisse Prota Giurleo, ed altre arterie secondarie, una
parte della periferia est, anche se con fatica e con lentezza
(conosciamo tutti la complicata situazione economica ereditata dalla
giunta de Magistris) prende forma. C’è ancora tanto da fare, ma
è qualcosa di emozionante camminare in diverse zone senza pensare
alle buche o rompere parti meccaniche dei veicoli, oppure alzare gli
occhi al cielo e vedere delle gigantesche opere d’arte. A
Ponticelli? Sì, proprio in questa zona, dove abitano tante oneste e
belle persone, cittadini coraggiosi che vivono, facendo sacrifici e
che non fanno parte di quel mondo infernale che è “Gomorra”,
forzatamente concepito dai libri e dalle serie tv e che descrive
spesso la realtà a metà.
Per
la realizzazione delle opere va ringraziato Inward e la sua
creatività urbana, con l’importante sostegno del Rotary Club
Campania-Napoli, ANM e Assessorato al Decoro Urbano del Comune di
Napoli. Le
tele di cemento e pietra sono i palazzoni popolari della zona. Dopo
il murales che ritrae il volto di una piccola
bambina rom su uno degli edifici di via Merola, firmato da Jorit,
un altro capolavoro è stato creato dello street artist toscano Zed1
che ha colorato un’altra facciata del parco. Questa volta si
tratta di un tributo al gioco e il titolo dell’opera è “A
pazziella ‘n man ‘e criature”. Ormai è chiaro, anche
Ponticelli è meravigliosa, con i suoi tramonti che si riflettono
sul Vesuvio, il vulcano che la protegge e guarda in ogni direzione.
Con le sue chiese, tra cui la Basilica Santuario Santa Maria delle
Neve, una delle più antiche e ricche di opere d’arte della zona
vesuviana, da qualche anno anche restaurata, senza dimenticare la
bella villa romana di Caius Olius Ampliatus, un vero pezzo di storia
che conoscono ancora in pochi. Se la periferia cambia colore, il
pericoloso pessimismo grigio del nulla, prima o poi, muore.
Napoli,
15/07/2015
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