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L’enigma della Sfinge è stato risolto!
di
Elena Lopresti
Dopo
50 anni dalla sua scomparsa, la Sfinge che decorava la statua del
dio Nilo del Corpo di Napoli, raffigurazione scultorea del II secolo
a.C. opera dei maestri alessandrini presenti in città, è stata
ritrovata e presentata durante la conferenza stampa, svolta nella
Cappella San Severo, martedì 17 dicembre alle ore 10.30 alla
presenza dell’Avv. Carmine Masucci presidente del Comitato “
Mettiamo la testa apposto”.
La
statua era entrata a far parte di una collezione privata, ricevuta
in eredità legalmente da un uomo austriaco, il quale era ignaro
della provenienza dal mercato nero della Sfinge, un mercato che in
Italia, la nazione con il patrimonio artistico più grande al mondo,
rappresenta una delle vie principali di traffico illecito verso
l’estero. Il collezionista è stato contattato dal Nucleo
Operativo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio, non solo per
la Sfinge, ma una volta trovata questa piccola testa che pesa solo
6 kg
, il Capitano Carmine Elefante,presente alla Conferenza, ha
subito notato la dubbia provenienza della statua che non faceva
parte della banca dati delle 5.000 opere scomparse.
Un
particolare fondamentale per l’identificazione è stata la memoria
storica e popolare della Sfinge, la sua raffigurazione su incisi
d’epoca e il suo racconto nei libri di letteratura, dimostrando
come nella valorizzazione del patrimonio sia importante la coscienza
sociale.
La
testa verrà rimessa al suo posto originario, grazie ad una raccolta
fondi ad opera del Comitato, attraverso la vendita di cartoline di 2
e 5 euro disponibili presso i negozi del centro storico coinvolgendo
in tal modo tutta la città, per il restauro saranno importanti i
contributi dei negozianti più influenti della zona e soprattutto
del collezionista anonimo, il quale non ha opposto resistenza e si
è offerto di pagare il ritorno in patria della Sfinge. Alla
Conferenza hanno partecipato anche l’assessore comunale alla
cultura Nino Daniele, i soprintendenti Giorgio Cozzolino e Fabrizio
Vona e Daniela Giampaola, in rappresentanza di Teresa Elena
Cinquataquattro, rispettivamente soprintendenti dei Beni
architettorinci , del Polo Museale, e soprintendente archeologica di
Napoli e Pompei.
(napoliontheroad
– dicembre 2013)
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