Il
napoletano e i suoi mille destini

di
Silvana D'Andrea
Il
destino si può influenzare a Napoli,- non tanto per l’impegno
della volontà dell’individuo,-
questa è una posizione di estremismo laico, che non ha mai
attecchito a Napoli e in
tutto il Sud- Nemmeno l’estremismo dell’ortodossia
cattolica ha largo spazio nella filosofia
dei vicoli,dei”vasci”( i bassi , i locali terranei
adibiti ad abitazioni dai Napoletani più poveri), e dei palazzi
signorili della terra del Sud.
Non
è solo il Dio dei
cristiani che determina il corso del destino, ci sono tanti altri
soggetti,i santi sicuramente, ma anche i morti,
e
tanti altri soggetti anche umani.
Volete
far morire di paura un Napoletano ?
Ditegli
che c’è uno iettatore in giro.
Vedrete
all’istante il suo primo scongiuro(se è un uomo) una toccatina ai
suoi”gioielli”.
Poi
si procurerà tanti amuleti come il corno che deve
essere rosso, e preferibilmente di corallo, il ferro di
cavallo, il gobbetto, il
peperoncino ecc, considerati antidoti più o meno adeguati .
Eh
sì perché anche taluni oggetti, taluni animali hanno il potere di
modificare il vostro destino, a Napoli e in
tutto il Sud.
Vedete
ci sono persone e oggetti, diversi per potenza o intensità di
azione che vi possono far diventare “storta”
una giornata iniziata bene, vi possono distruggere un
amore,vi possono fare ammalare senza speranza senza che più un
dottore possa riuscire a curarvi.
La
iettatura è la capacità di procurare, volontariamente, o
involontariamente, danni alle cose o persone attraverso una sorta di
energia negativa che viene gettata (iettata in
napoletano) attraverso
lo sguardo.
L’effluvio
malefico può scaturire anche dal fiato delle streghe, oltre che
dall’occhio umano. Statevi attenti anche dai segnalati da
Dio !
C’è
poi la credenza che il
numero 17 porti sfortuna nera.
Questa
credenza, contrariamente a quanto si possa pensare,
ha
origini colte.
Il
numero diciassette, già all’epoca romana ,creava inquietitudini.
Era consuetudine dei Romani infatti, far scolpire sulla propria
lapide la parola vixi(vissi)
Anagrammando
la parola, si ottiene XVII ovvero 17 in numero romano, che porta
disgrazia , perché chi l’ ha fatto scolpire è morto!
La
credenza dello “iettatore” è diffusa non solo tra ignoranti,
dunque. Essa fu determinante anche e sopratutto tra i nobili e tra i
sovrani:
Famosi
casi:
Cesare
della Valle, duca di Ventignano,
nacque a Napoli nel 1766 e morì nell’1860. Si dilettò con
le lettere e scrisse
numerosi versi , innumerevoli versi, anche alcune tragedie, tra cui
lo stesso Croce ricorda una Medea.
Perfino il grande Dumas lo cita come il Principe X per non nominare il
suo nome.
Il Principe di Ventignano, sin dalla nascita ebbe il dono di
diffondere sciagure infinite:
“dal
parto fatale della madre, alla nutrice che perse il latte appena il
neonato toccò il suo seno, al suo ingresso nel convento il giorno
prima della soppressione delle comunità religiose napoletane, alla
manifestazione della benedizione delle bandiere, dove il porta
bandiere morì fulminato, dall’incendio del Teatro San Carlo di
Napoli in occasione della sua prima visita in quel luogo, al
naufragio della nave, sulla quale viaggiava.
La
voce che finalmente il principe aveva preso moglie e presto sarebbe
tornato nella città natia, non fu accolta con benevolenza e i più
andarono alla ricerca di cornetti o altri amuleti.Il principe, prima
di tornare a Napoli,
fece tappa a Roma per
ossequiare il Santo Padre. Pio VIII gli offerse la pantofola e
l’anello da baciare: dopo tre giorni lo “iettatore” colpì in
pieno il Papa che si
trovò improvvisamente tra le braccia del Signore.
Anche
Ferdinando II sapeva
bene che il principe di Ventignano
portasse
jella . Per molto tempo il sovrano
riuscì ad
evitare il mal nominato, ma quando i suoi obblighi istituzionali lo
costrinsero a ricevere a corte il presunto iettatore, capì che la
sua sorte era segnata .Poco dopo quella visita infatti, il re morì
e cominciò il declino del Regno di Napoli.
Altri
famosi iettatori furono:
I
compositori Ambrois Thomas e
Jacques Offenbach, l’imperatore di Germania Guglielmo II,il Re
francese Luigi XIV.
Il
Re Alfonso di Spagna, per questo suo nefasto potere, notissimo ai
suoi tempi riuscì a far
esplodere un cannone dilaniando i soldati che lo accoglievano con
gli onori militari.
Anche
il poeta tedesco Heinrich Heine ebbe fama di funesto iettatore
Si
racconta che a Parigi, incontrò il musicista Vincenzo Bellini.
Heine aveva uno sguardo sinistro, forse a causa del suo strabismo,
che si notava chiaramente sotto
le lenti scure.
Heine
fissò il Bellini egli annunciò:
“Affrettatevi
a godere ciò che la vita vi può ancora dare”
Il
vostro eccezionale e mostruoso genio vi condanna ad una morte
prematura!Dovete morire giovane come Mozart e Raffaello!
Poco
tempo dopo…..Bellini morì a soli trentaquattro anni!
Anche
il canonico Andrea de Iorio, fu classificato tra i più grandi
iettatori.
Procidano
di nascita, archeologo, etnologo di fama indiscussa nel periodo del
regno di Ferdinando IV, ancora più famoso per le sue influenze
nefaste.
Da quindici anni Re Ferdinando IV continuava a rinviare l’incontro
con il detto canonico.
Vinto
dalle insistenze di coloro che lo circondavano ,accordò al De
Iorio,
per
il pomeriggio del 3 gennaio la sospirata udienza.
Quella
mattina, vista la bella
giornata, il re espresse
il
desiderio di una battuta di caccia, ma,per precauzione, vi
rinunciò. Dopo averlo ricevuto nel tardo pomeriggio l’anziano
sovrano, andò
serenamente a dormire.
La
mattina dopo, alle 10 un maggiordomo di Palazzo, non avvertendo
ancora alcun rumore provenire dalla camera reale, scoprì il corpo
senza vita di Ferdinando IV!”.
Da quel giorno, la fama di De Iorio iettatore
rimase fissa nella memoria dei Napoletani e dei Procidani.
Il
gatto nero che attraversa la strada , lo specchio trotto, passare
sotto una scala aperta, ecc. Insomma è una corona infinita di
credenze negative che -meno male- viene
controbilanciata da tutta una serie di amuleti e di oggetti
che invece portano bene.
Ci
sono poi figure che hanno proprietà
oscillanti
tra il bene e il male.
Chi
non ricorda “ O
Munaciello?
Bizzarro
e dal comportamento dispettoso certe volte accorda anche benevoli
lasciti in moneta contante , ma più spesso
dispetti,
dispetti, e solo dispetti.
Lui
appare piccolo come un bambino, vestito con un largo abito di
monaco, con un cappuccio per coprire la deformità del suo corpo.
Non
mi prolungo- E’ pesante, capirete
la giornata del Napoletano medio.
Deve
starsi accorto a tutti gli influssi negativi, deve fare scongiuri ed
atti propiziatori, per affrontare i rischi sul lavoro in famiglia,
lungo le strade cose che stancano più che lavorare.
Meno
male che c’è il sole : quella è il vero oro di Napoli,
metaforico e psicologico!
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